Carburanti alternativi e mezzi pesanti: quale futuro ci aspetta
Spesso si parla di carburanti alternativi in riferimento ai normali autoveicoli che noi tutti ogni giorno guidiamo per andare a lavoro e girare in città o fuori nel weekend. Si parla di come rendere le nostre auto più rispettose dell’ambiente in termini di emissioni inquinanti, come renderle più efficienti possibilmente risparmiando e quali sono le migliori soluzioni in termini di carburanti.
Tuttavia uno dei problemi più spinosi che è necessario risolvere riguardo all’utilizzo dei carburanti alternativi è indubbiamente il loro utilizzo soprattutto sui mezzi pesanti, notoriamente molto più inquinanti delle normali auto e ampiamente utilizzati ogni giorno lungo tutto lo stivale: è stato stimato che i tir consumano infatti circa 7 milioni di barili giornalieri di petrolio ed emettono il 35% della CO2 legata ai trasporti
La brutta notizia è che finora molti Paesi nel mondo, compresi molti territori dell’Ue, non hanno fissato dei parametri standard relativi a consumi ed emissioni dei TIR. Tuttavia la domanda petrolifera dei trasporti merci su strada è in continuo aumento e dunque è chiaro che bisogna al più presto fare qualcosa soprattutto per ridurre la sua dipendenza dai carburanti fossili di cui sono afflitti i mezzi pesanti, adottando appunto misure alternative.
A tal proposito la IEA (International Energy Agency) ha pubblicato uno studio dal titolo The Future of Trucks che contiene una serie di misure utili da attuare per abbattere l’inquinamento provocato dai tir.
Dallo studio emerge che in futuro bisognerà ottimizzare la logistica sfruttando le tecnologie digitali, riducendo i km percorsi dai camion e facendoli viaggiare sempre a pieno carico; e bisognerà diminuire l’intensità energetica, cioè il carburante consumato per tonnellata/chilometro (tkm) agendo sulla struttura stessa dei tir e progettandone di migliori.
Tuttavia uno dei problemi più spinosi che è necessario risolvere riguardo all’utilizzo dei carburanti alternativi è indubbiamente il loro utilizzo soprattutto sui mezzi pesanti, notoriamente molto più inquinanti delle normali auto e ampiamente utilizzati ogni giorno lungo tutto lo stivale: è stato stimato che i tir consumano infatti circa 7 milioni di barili giornalieri di petrolio ed emettono il 35% della CO2 legata ai trasporti
La brutta notizia è che finora molti Paesi nel mondo, compresi molti territori dell’Ue, non hanno fissato dei parametri standard relativi a consumi ed emissioni dei TIR. Tuttavia la domanda petrolifera dei trasporti merci su strada è in continuo aumento e dunque è chiaro che bisogna al più presto fare qualcosa soprattutto per ridurre la sua dipendenza dai carburanti fossili di cui sono afflitti i mezzi pesanti, adottando appunto misure alternative.
A tal proposito la IEA (International Energy Agency) ha pubblicato uno studio dal titolo The Future of Trucks che contiene una serie di misure utili da attuare per abbattere l’inquinamento provocato dai tir.
Dallo studio emerge che in futuro bisognerà ottimizzare la logistica sfruttando le tecnologie digitali, riducendo i km percorsi dai camion e facendoli viaggiare sempre a pieno carico; e bisognerà diminuire l’intensità energetica, cioè il carburante consumato per tonnellata/chilometro (tkm) agendo sulla struttura stessa dei tir e progettandone di migliori.