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Metano aumentato in tutta Europa? No, e resta anche il carburante più conveniente!

Metano aumentato in tutta Europa? No, e resta anche il carburante più conveniente!
Una panoramica su come i recenti aumenti hanno inciso su alcuni dei principali paesi del vecchio continente

Prima di tutto è bene chiarire un concetto. Nonostante i recenti aumenti dovuti a dinamiche internazionali il gas naturale resta il carburante più conveniente sia dal punto di vista economico che ambientale. Seppure con incrementi più modesti anche benzina, gasolio e Gpl hanno avuto un rincaro negli ultimi mesi. Con la speranza che il prima possibile avvenga un’inversione di tendenza della quale si percepiscono già segnali, invitiamo a mantenere la calma, comprendere la situazione e magari approfondire come cercheremo di fare oggi quello che sta avvenendo anche negli altri paesi europei.
 
Il prezzo medio in Italia è attualmente attorno ai 1,68 euro/Kg con una aumento medio di oltre il 65% rispetto a due mesi fa. In alcuni distributori l’aumento è stato di oltre il doppio mentre in altri si è attestato ad un 10-20%. Non mancano le stazioni di rifornimento al momento chiuse a causa dei rincari. Le regioni italiane con il prezzo medio più alto sono la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia rispettivamente con 1,96 e 1,88 euro/Kg. Il prezzo medio più conveniente è in Molise e Puglia con 1,38 e 1,42 Euro/Kg. Ribadiamo che si tratta di prezzi medi e che in ogni regione si possono trovare prezzi attorno all’euro o vicini ai due euro e mezzo. La Valtiberina toscana e umbra continua ad essere un’isola felice con prezzi che vanno da 1,25 a 1,40 segnalati come particolarmente convenienti dai principali siti ed app del mondo del metano.
 
Tenendo conto del prezzo medio degli ultimi dodici mesi possiamo osservare in quali parti d’Europa il prezzo è salito e invece dove nonostante il terremoto che ha coinvolto il mondo del metano il prezzo sia rimasto lo stesso di prima o appena ritoccato in linea con gli altri carburanti.
 
Esaminando le nazioni che confinano con l’Italia l’incremento medio in Francia è stato del 25%, mentre in Svizzera, Austria e Slovenia è stato insignificante o comunque in linea con le variazioni stagionali. Questo tipo di differenza è dovuto dal diverso prezzo che ogni nazione paga il gas naturale mentre gli interventi fiscali di ogni singolo stato hanno un impatto, al momento, quasi insignificante.
 
Allontanandosi dai confini italiani possiamo notare come tra i paesi dove il prezzo è rimasto sostanzialmente stabile possiamo trovare La Repubblica Ceca, la Serbia, Moldavia e Bielorussia.
 
La Germania e la Spagna hanno visto il prezzo aumentare mediamente di appena il 10%.
Aumenti entro il 25%, hanno riguardato Croazia, Slovacchia, Lussemburgo, Grecia, Romania, Polonia, Svezia e Finlandia.
Attorno al 50% Belgio, Paesi Bassi, Macedonia, Ungheria ed Ucraina,
Tra il 50 e il 100% oltre alla già citata Italia ci sono Bulgaria, Portogallo ed Estonia.
Oltre il doppio del prezzo precedente è riscontrabile in Danimarca ed in Lettonia.
In Russia, Norvegia ed Islanda, paesi autosufficienti per quanto riguarda la produzione di metano e biometano i prezzi sono rimasti invariati. La Russia si conferma con 20 rubli a metrocubo (circa 35 eurocent a Kg), il paese dove il prezzo del metano è il più basso d’Europa.
 
Purtroppo l’attuale fase che stiamo vivendo non aiuta alla crescita e l’ulteriore sviluppo del gas naturale come alternativa ai carburanti tradizionali. Alcuni dei paesi più colpiti, oltre naturalmente all’Italia, sono quelli che negli ultimi anni avevano scommesso fortemente su metano e biometano come carburanti ecologici ed economici. Le strade per evitare in futuro crisi del prezzo simili a quella che stiamo vivendo sono principalmente la diversificazione delle fonti, l’abilità a stipulare contratti di lungo periodo e soprattutto investire sul biometano come fonte di energia a chilometro zero e capace di calmierare i costi del metano tradizionale.

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